Professore Emmanuel Mourlon-Druol (Professore di Storia dell’Integrazione Europea presso l’Istituto Universitario Europeo)

Le crime du 30 août: così i deputati del Movimento Repubblicano Popolare (MRP), un partito cristiano-democratico francese a favore dell’integrazione europea, descrissero il rifiuto di ratifica da parte dell’Assemblea Nazionale francese del Trattato istitutivo della Comunità Europea di Difesa (CED). Secondo il MRP, il rifiuto della CED rappresentava un’opportunità mancata per un ulteriore processo di integrazione degli Stati europei, in particolare di Francia e Germania.

Perché la Francia rigettò il progetto che aveva lanciato quattro anni prima? Nell’Ottobre 1950, l’allora primo ministro francese René Pléven propose la creazione di un esercito europeo di cui la Germania avrebbe fatto parte. La successiva esplosione della guerra di Corea rese più urgente il riarmo della Germania.

Questo progetto suscitò accesi dibattiti tra i cosiddetti cédistes (pro-CED) e anticédistes (contro la CED). Il filosofo Raymond Aron scrisse che questa disputa fu il più grande dibattito ideologico e politico in Francia dai tempi del caso Dreyfus. Il politico Jules Moch dichiarò che nessun altro voto, tranne quello del 30 agosto 1954, “ha turbato tanto la nostra coscienza dal voto dell’Assemblea Nazionale di Vichy nel Luglio del 1940.” Ma alla fine gli argomenti contro la CED prevalsero su quelli favorevoli e portarono l’Assemblea Nazionale francese a rinviare sine die la ratifica del Trattato.

Tre ragioni contribuiscono a spiegare il rifiuto della Francia.

In primo luogo, nel 1954, poco restava dell’ansia che dominava le menti francesi ed europee al momento del lancio del Piano Pléven. Stalin morì nel Marzo del 1953 e la guerra di Corea terminò nel Luglio dello stesso anno. Il contesto internazionale dava l’impressione di un allentamento della situazione mondiale, rendendo così il riarmo tedesco meno accettabile per la Francia.

In secondo luogo, l’opposizione alla CED guadagnò sempre più terreno sia nell’opinione pubblica francese che nell’Assemblea Nazionale tra il 1951 e il 1954. L’opinione pubblica francese era profondamente contraria al progetto dell’esercito europeo. Le elezioni nazionali del Giugno 1951 videro il declino dei partiti favorevoli all’Europa, come l’MRP e i Socialisti, e l’ascesa di dichiarati oppositori dell’esercito europeo, come i Gaullisti e i Comunisti. Il panorama politico cambiò e alcuni politici notoriamente meno favorevoli alla CED entrarono nel governo. Gli argomenti degli anticédistes erano molteplici: erano contrari a qualsiasi forma di riarmo tedesco; criticavano il carattere sovranazionale del progetto; temevano la dominazione tedesca nella CED; e temevano che la CED indebolisse il rapporto franco-britannico. Gli argomenti dei cédistes apparivano relativamente deboli. La prospettiva di un’aggressione sovietica nel 1954 non sembrava realistica come nel 1950. Presentarono la CED come uno strumento per mantenere forte l’alleanza atlantica, piuttosto che una libera scelta.

In terzo luogo, il progetto della CED era cambiato nel frattempo. Mentre il Piano Pléven era discriminatorio nei confronti della Germania, i tedeschi erano riusciti a rimuovere le stesse clausole discriminatorie dal trattato firmato dalla Francia nel Maggio del 1952. Per esempio, i francesi alla fine accettarono il fatto che la Germania avrebbe avuto un proprio Ministero della Difesa e che, invece di un unico Commissario – molto presumibilmente francese – ci sarebbe stato un organo collegiale. Per questo motivo, il Parlamento francese, che non approvava queste concessioni, aveva aggiunto alcune condizioni preliminari alla ratifica del trattato.

Ironia della sorte, però, dopo il fallimento della Francia nel ratificare il trattato della CED, la Germania riacquistò la sovranità e si riarmò grazie all’Unione Europea Occidentale e all’ingresso nella NATO – cioè, molto di più di quanto avrebbe ottenuto dalla CED che l’Assemblea Nazionale francese aveva rigettato.