Dr Antoni Kamiński e Davide Genini
Rivitalizzare la Comunità Europea di Difesa (CED) è sia puntuale che necessario. Il fatto che siano passati più di settant’anni dalla sua creazione non è un problema. Proprio come gli scienziati lavorano per riportare in vita specie estinte, la CED può essere riesumata per affrontare le sfide di un mondo sempre più pericoloso. La CED rimane il trattato “europeo” più virtuoso per la sicurezza.
La CED si presenta come l’unico meccanismo in grado di unire l’UE e la NATO in un quadro difensivo coeso. A differenza di iniziative passate come l’Unione Europea Occidentale o la Politica Europea di Sicurezza e Difesa, la CED è stata concepita come il pilastro europeo all’interno della NATO, progettato per integrare gli sforzi di difesa degli Stati Uniti. Questo doppio ruolo permetterebbe all’UE di affermarsi come un fornitore credibile di sicurezza, mantenendo al contempo forti legami con la NATO. Invece di duplicare gli sforzi creando un esercito pan-europeo separato, la CED sfrutterebbe i punti di forza comprovati della NATO, inclusa la sua resilienza operativa, l’esperienza nelle unità militari multinazionali e i metodi ben collaudati di interoperabilità.
La CED è l’unico (già esistente) meccanismo in grado di affrontare la dimensione globale delle minacce contemporanee, poiché affidarsi solo alle strutture dell’UE o della NATO porta spesso a eccessive inefficienze burocratiche. Il cosiddetto “asse del male” – Cina, Russia, Iran e Corea del Nord – non opera solo in Eurasia, ma anche in Africa e Sud America, combinando aggressioni militari esplicite con tattiche ibride come attacchi informatici e destabilizzazione economica. Per esempio, l’invasione russa dell’Ucraina ha beneficiato del supporto tacito della Cina, proprio come l’aggressività di Pechino nel Pacifico si basa sul sostegno di Mosca. Come effetto domino, l’Iran ha attivato i suoi alleati in Medio Oriente, Hamas e Hezbollah. Sebbene l’alleanza sino-russa non sia così coesa come i suoi partecipanti suggeriscono, rimane abbastanza forte da minacciare la stabilità globale. Rivitalizzare la CED consentirebbe all’Europa di contrastare queste sfide interconnesse in modo più efficace, offrendo una strategia occidentale unificata e decisiva per affrontare le minacce globali.
La CED permetterebbe anche all’Europa di assumere una maggiore responsabilità per la propria sicurezza, riducendo la dipendenza da Washington. Rafforzando le capacità militari e aumentando la spesa per la difesa, la CED consentirebbe all’Europa di assumere un ruolo di leadership negli affari globali. Pur essendo integrata nella NATO, la CED è anche subordinata all’UE, potenziando l’influenza globale dell’UE – sia lavorando al fianco delle forze statunitensi che autonomamente.
La CED rappresenta una risposta credibile alla nuova amministrazione Trump. La CED fornirebbe agli Stati Uniti un alleato europeo più forte e autosufficiente. Consentirebbe all’Europa di passare da un protettorato dipendente a un partner nella difesa dell’ordine internazionale basato sulle regole. Pertanto, la CED sarebbe vitale per gli Stati Uniti così come gli Stati Uniti continuerebbero ad essere vitali per l’Europa.