Professore Harold James, Professore di Storia Europea presso l’Università di Princeton  

La Comunità Europea di Difesa (CED) nacque in un momento di grande instabilità geopolitica che non sarebbe stata eguagliata fino all’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia nel Febbraio 2022. Stalin era al suo massimo stadio di aggressività e imprevedibilità. Nel 1949, l’Unione Sovietica testò con successo una bomba atomica, e si considerava la scoppio di una guerra nucleare una reale possibilità. Naturalmente, non era possibile prevedere chi avrebbe vinto una guerra atomica, se fosse stata combattuta. Il generale Omar Bradley, presidente dello Stato Maggiore congiunto degli Stati Uniti, disse al Consiglio Nazionale di Sicurezza che, se fosse scoppiata una guerra, “potremmo essere in pericolo di perderla”. E la guerra nucleare poteva scoppiare per una vasta gamma di problemi e cause: a Berlino, in Jugoslavia (i cui rapporti con l’URSS erano poco chiari e che rivendicava Trieste minacciando l’Italia), in Grecia, in Turchia, in Iran, o in Corea. Alla fine, la guerra scoppiò in Corea, rivelandosi estremamente costosa anche se non atomica. Mentre gli Stati Uniti erano impegnati nel conflitto coreano, si temeva che una Terza Guerra Mondiale potesse svilupparsi come una guerra globale su più fronti, come la Seconda, e che l’Europa potesse essere il ventre molle. Quindi esortarono gli europei a fare di più per difendersi. La Germania, che dopo la catastrofe della dittatura nazista non aveva un esercito, spinse per una presenza militare tedesca nella difesa dell’Europa. Il cancelliere tedesco Konrad Adenauer disse al commissario statunitense in Germania: “Sono convinto che Stalin abbia lo stesso piano sia per l’Europa sia per la Corea. Quello che sta accadendo lì è una prova generale per quello che ci aspetta qui.”

L’esercito francese era sostanzialmente impegnato in Indocina, e i soldati britannici combattevano una guerriglia sostenuta dai comunisti in Malesia. In Europa, sembrava esserci un notevole squilibrio militare, con solo 14 divisioni occidentali di fronte a 180 divisioni del blocco orientale. Tuttavia, vi era una notevole resistenza, in particolare in Francia, a riarmare la Germania: Adenauer, però, insistette per una maggiore integrazione occidentale e la creazione di una nuova forza militare tedesca democratizzata, come una parte chiave della difesa occidentale.

La Comunità Europea di Difesa nacque da un piano redatto dal ministro della Difesa francese (e successivo primo ministro) René Pleven, con un importante contributo di Jean Monnet. Il piano prevedeva un’autorità sovranazionale, simile a quella della contemporanea Comunità Europea del carbone e dell’acciaio, per supervisionare le truppe europee, comprese quelle tedesche. Nel concetto iniziale di Pleven, ci sarebbe stato un esercito di 100.000 uomini, con battaglioni combinati da vari paesi europei, tra cui la Germania, e lo sforzo militare sarebbe stato sostenuto da un bilancio comune. In questo senso, il piano avrebbe significato la fine dell’idea tradizionale della sovranità dello stato-nazione. Pleven parlò di “un esercito europeo legato alle istituzioni politiche di un’Europa Unita”. Spiegò la proposta come l’esito logico delle raccomandazioni adottate dal Consiglio d’Europa l’11 agosto 1950, che chiedevano la creazione immediata di un esercito europeo.

Gli aspetti più importanti del piano, man mano che si sviluppava, includevano il controllo democratico o parlamentare. Se i cittadini devono essere chiamati a rischiare le loro vite per una comunità, devono fornire un consenso attivo. Un’Assemblea europea, modellata su quella sviluppata contemporaneamente per la Comunità Europea del carbone e dell’acciaio, avrebbe avuto il controllo sulle decisioni politiche e strategiche della comunità Europea di difesa, mentre il comando militare quotidiano sarebbe rimasto nelle mani di un alto comandante nominato dagli stati membri. L’Articolo 38 del trattato CED includeva quindi un piano per una struttura federale per supervisionare e controllare democraticamente l’esercito europeo.

L’esercito Europeo previsto era considerevolmente più grande di quello inizialmente previsto da Pleven. Ci sarebbero stati 43 gruppi nazionali, equivalenti a una divisione, di cui 14 sarebbero stati forniti dalla Francia e 12 ciascuno dall’Italia e dalla Germania. Le unità nazionali avrebbero indossato un’uniforme nuova e comune, e sarebbero state dipendenti da “echelon sovranazionali”, con corpi d’armata formati da unità di diverse nazionalità. Le scuole militari avrebbero promosso la conoscenza di altre lingue, e una lingua ausiliaria (l’inglese) sarebbe stata utilizzata per le comunicazioni. L’unica unità militare al di fuori dell’istituzione europea comune sarebbe stata quella per la difesa delle colonie francesi all’estero (cioè Indocina e Nord e Ovest Africa).

Il trattato fu firmato il 27 maggio 1952 a Parigi. Il segretario di Stato britannico, Anthony Eden, partecipò e firmò insieme a Robert Schuman e al segretario di Stato americano Dean Acheson una Dichiarazione delle Tre Potenze, dichiarando il loro “interesse duraturo” nel mantenimento della CED: “la creazione e lo sviluppo di queste istituzioni della Comunità Europea corrispondono ai loro interessi fondamentali.”

Tuttavia, c’era una notevole sfiducia sulla CED, anche nel 1952, con voci prominenti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti che sollevavano obiezioni. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, George Marshall, la definì una “nuvola miasmatica” e Winston Churchill una “mescolanza fangosa”. Gran parte dell’esercito francese era ostile. Nell’Assemblea Nazionale francese, l’ex primo ministro prebellico Paul Daladier spiegò come l’esercito europeo fosse un “progetto pericoloso per la Francia e per la pace,” che non sarebbe stato in grado di fermare i sovietici, e che gli Stati Uniti stavano “giocando nelle mani della Germania.”

Tuttavia, gli elementi chiave del piano — l’esistenza sovranazionale, la possibilità di aggiungere nuovi membri (con un’associazione del Regno Unito), il controllo democratico e un legame con la NATO, nel momento di una sfida alla sicurezza intensa e minacciosa — rimangono ispiratori ancora oggi.